VIAGGIO A CAVALLO: FERMIGNANO (PU) - CASTIGLION DELLA PESCAIA (GR) 4 - 15 AGOSTO 2012
ORGANIZZAZIONE: Sauro Paiardini (Fermignano PU) con la collaborazione di Davide Fraternali (Urbania PU) - PARTECIPANTI OLTRE A LORO: io che scrivo, Francesco Togni (Vipera) (Coriano RN).
PRESENTAZIONE:
SABATO 4 AGOSTO - 1° TAPPA: FERMIGNANO (PU) - S.MARIA IN TRIARIA, URBANIA (PU).
partenza 17,30 – arrivo 20,15 - h.2,45 di viaggio
Ore 16,30 arrivo di Francesco ed Erasmo in autocarro, a casa di Sauro a Fermignano.
Preparazione cavalli, saluti di prammatica fra Sauro, la moglie Patrizia e la figliuola Adele, poche le lacrime, ma partenza immediata delle due donne per vacanze in Sardegna.
Alle ore 17, 30 inizia il viaggio a cavallo da lungo tempo ambito, ideato e preparato da Sauro, con l’aiuto di Davide: l’attraversamento della nostra Penisola a cavallo, fino ad arrivare al mar Tirreno.
Si parte con l’entusiasmo dell’avventura, perché si sa, a cavallo, percorrendo sentieri, in questo caso sconosciuti, le certezze sono sempre poche, specialmente quando le distanze sono così grandi.
Poiché oggi Davide è impegnato in un matrimonio (non il suo), arriveremo a casa sua dove pernotteremo per poi ripartire tutti insieme il giorno successivo.
Viaggio effettuato sotto il sole cocente, arrivo a S.Maria in Triaria alle 20,15, sistemazione cavalli nella scuderia di Davide e partenza in auto verso Serravalle di Carda per la cena, insieme ad alcuni componenti dell’Ass. Cavalieri del Metauro, di cui Sauro e Davide fanno parte, i quali stavano effettuando un’escursione sul m. Nerone. Piacevole serata al fresco, molto graditi gli auguri di buon viaggio da parte del presidente, sig. Massimo Crescentini che ha molto apprezzato l’iniziativa di Sauro alla quale avrebbe partecipato volentieri, ma per sicurezza ha rinunciato.
Abbiamo pernottato a casa di Davide, Sauro dentro casa, io fuori in tenda. Davide e Sara, la moglie, sono arrivati verso le due, hanno fermato l’auto proprio di fronte alla mia tenda, coi fari accesi, mi è sembrato di essere nell’ambulatorio di radiografia. Si sono salutati. Lei se n’è andata in auto spegnendo così anche le luci dell’ambulatorio.
Sara, ottima amazzone ora è incinta, secondo Davide pare sia stato l’unico rimedio per impedirle di venire con noi.
DOMENICA 5 AGOSTO - 2° TAPPA: URBANIA (PU) - CA' CIRIGIOLO DI APECCHIO (PU)
p.07,45 - a.12,30 - h.4,45 di viaggio
Sveglia alle cinque con l'intenzione di partire alle sei, ma a causa di impegni di lavoro di Davide, siamo partiti solo alle sette e quarantacinque. Per questo dopo le ns. perseveranti insistenze si è sentito costretto a offrirci in modo disinteressato oltre la colazione del mattino, anche i deliziosi panini farciti con i suoi prodotti genuini, felicemente divorati all'ora di pranzo.
Nel furore della partenza Davide ha dimenticato a casa metà dell'attrezzatura.
Ottima escursione fra boschi e sentieri ombrosi. Arrivo all'agriturismo Ca' Cirigiolo alle 12,20, dove Sauro a causa di uno scarto di Red ha visto volare via la fotocamera appena comprata; col display fracassato al primo giorno si è poi cimentato in riprese alla cieca e foto a immaginazione per tutti i giorni successivi.
Abbiamo sistemato Red e Charlie legati ad alberi, Erasmo nel recinto polli che, causa tafani si è riparato nel pollaio, non riuscendo però a far entrare la parte posteriore.
Pomeriggio in piscina, visita al pollaio e squisita cena che abbiamo elogiato, la cuoca, però, ha voluto precisare che non le piace cucinare (!?!). Subito a nanna su brandine con panorama sul Nerone, che oggi ci siamo lasciati alle spalle, ma quanti monti ci sono ancora davanti!!!
LUNEDI’ 6 AGOSTO – 3° TAPPA: CA’ CIRIGIOLO (PU) – MONTE S. MARIA TIBERINA (PG)
p.06,00 – a.16,40 - h.2 di sosta – h.8,40 di viaggio
Il caldo del giorno ci costringe a partire all’alba, così la sveglia è alle quattro e trenta, ma in sella solo alle sei perché Sauro ha dovuto scassinare la porta dietro cui erano le selle, involontariamente chiusa a chiave dalla cuoca; abbiamo così capito che durante i trekking è necessaria anche la presenza di un fabbro.
Stiamo “entrando” nel viaggio, il rapporto col nostro cavallo si fa ogni giorno più intenso, Sauro, volto impassibile, in perfetto, stile Walker Texas Ranger, come dice Davide, ci guida.
Arrivo a Monte S.Maria Tiberina alle 16,40 tappa molto lunga e piuttosto impegnativa, iniziamo a vedere i tipici paesaggi punteggiati di cipressi, le molte salite e discese sotto il caldo soffocante hanno affaticato parecchio i cavalli, nonostante le numerose soste. Abbiamo percorso in sella oltre otto ore. Piacevole itinerario, alternato a qualche passaggio impegnativo e l’attraversamento di Città di Castello; proprio al centro della città in un incrocio con bar e traffico Charlie ha defecato, la paletta che ci siamo portati si è così rivelata indispensabile.
Più tardi, con qualche difficoltà, l’arrivo all’agriturismo e centro ippico Il Monte, cavalli nei box con ottima alimentazione, mentre a noi è stato somministrato un indimenticabile “petto di pollo al latte”. La piscina ha attenuato lo sconforto. Alloggio notturno in appartamento. Prezzi gradevolmente modici. Oggi giorno di bucato.
Io mi sono accorto di aver smarrito il telefono, dopo attenta riflessione so di averlo lasciato a Ca’ Cirigiolo, davanti la porta del ristorante, ho telefonato, ma nonostante la dettagliata indicazione non sono riusciti a trovarlo.
Anche oggi abbiamo superato altri monti, guardando a ovest la meta sembra irraggiungibile e il mare non si vede. Non ce la faremo mai...
MARTEDI’ 7 AGOSTO – 4° TAPPA: M.S.MARIA T.(PG) – CASTIGLION FIORENTINO (AR)
p.06,00 – a.16,40 - h.1-2 di sosta - h.10,40 di viaggio
Sveglia alle quattro e trenta, partenza a cavallo solo alle ore sei, le coccole mattutine di Davide a Charlie hanno richiesto il dovuto tempo.
Arrivo all’Az. Agricola Biologica Mulino Vecchio del Cilone a metà pomeriggio, itinerari incantevoli, righe di cipressi sui crinali, boschi e panorami a circa mille metri di altitudine. Degli oltre cento chilometri percorsi fino ad ora la bellezza degli itinerari è stata impareggiabile, onori a chi li ha scelti, peccato non si possa scegliere anche la temperatura. Abbiamo avuto serie difficoltà a individuare i percorsi perché mal segnati sul territorio e mappe poco attendibili, purtroppo anche questo fa parte di ogni trekking che si rispetti, ma la perizia della ns. guida, la competenza del coadiutore ci hanno tolto dall’empasse.
La mancanza d’acqua per i nostri cavalli, i quali hanno affrontato percorsi duri con un carico notevole ha messo anche noi a dura prova; superata l’Alpe di Poti, della sorgente in loc. Dogana (introvabile e mal segnalata), su cui avevamo fatto affidamento, non è rimasto che una pozzanghera dove i nostri cavalli hanno tentato di succhiare quanto hanno potuto.
Pausa di riposo all’ombra della fresca e arida pineta con i soliti panini, i ns. amici immobili per la stanchezza, solo Charlie ha masticato tutto ciò che era verde. Abbiamo avuto la sensazione che Loro abbiano imparato a sfruttare ogni breve pausa per rigenerarsi.
Erasmo manteneva il passo senza più trottignare, Red Boy e Charlie avevano concordato un armistizio, non si molestavano più: beata la fatica!
La sosta era stata breve e il ns. bimbo (Davide) non aveva potuto fare l’agognato sonnellino. Ne avevamo riso, ma la stanchezza si faceva sentire.
Il caldo soffocante ci aveva avvolto non appena eravamo scesi dai monti, sentivamo nostra la sete dei cavalli,
la mappa indicava la prima casa a otto dieci chilometri, speravamo non fosse un rudere. Dopo circa un’ora e mezzo di apprensione eravamo giunti, non era un rudere, ma un fastoso casale casualmente aperto, il muratore che vi lavorava, gentilissimo, oltre all’acqua per i cavalli ci aveva offerto anche la sua birra, tanto inaspettata quanto gradita. Solo Sauro, integerrimo e analcolico l’aveva ripudiata.
Giunti alla meta avevamo sistemato i cavalli all’Az. Agricola Biologica Mulino Vecchio del Cilone con ottimo fieno e acqua, legati agli alberi, consueto e indispensabile tuffo in piscina, poi cena conviviale insieme ai nostri ospiti e loro clienti.
I cavalli fino ad ora mangiano e riposano bene, hanno perso poco peso e sviluppato la muscolatura, solo a Charlie l’appoggio delle bisacce ha provocato un lieve gonfiore, una modifica alle borse e le amorevoli cure di Davide con relative coccole hanno risolto ogni problema.
Io ho ritrovato il telefono, l’avevo messo per errore nell’astuccio da bagno, ecco perché a Ca’ Cirigiolo non riuscivano a trovarlo!
Dopo cena a dormir con i cavalli sotto le stelle: da dio.
MERCOLEDI’ 8 AGOSTO – 5° TAPPA: CASTIGLION FIORENTINO (AR) – SINALUNGA (SI)
p.06.00 – a.21,00 - h.3-4 di sosta - h.15 di viaggio
Nonostante la stanchezza accumulata, anche stamattina, dopo le consuete coccole di Davide a Charlie, alle sei siamo in sella, temperatura piacevolmente fredda e umida di pianura, aloni di foschia velano i monti da cui ieri siamo scesi, oggi si costeggia il canale; le colline intorno offrono ameni panorami, paesi turriti arroccati qua e là, il percorso si presenta facile e pianeggiante, anche troppo: in tutta la mattinata abbiamo effettuato due o tre curve!
La nostra guida, Sauro può rilassarsi, il percorso oggi non dovrebbe riservare sorprese (questo è ciò che pensiamo alla partenza, la realtà sarà ben diversa). Ci imbattiamo in una squadra di raccoglitori di meloni in un campo immenso, ne riceviamo alcuni in dono che, prontamente, divoriamo.
Costeggiando il canale Vigagnone attraversiamo vivai di cipressi e ogni tipo di alberi e piante, un immenso giardino la Val di Chiana che apprezziamo molto.
All’incrocio di un ponte, per non restare imbottigliati siamo costretti a lasciare l’argine e attraversare un rigoglioso orto, tentiamo di provocare meno danni possibili e fingiamo di non essere lì, passiamo fra i meloni che i nostri cavalli schivano con perizia. Pensiamo alla sorpresa dell’ortolano quando vedrà le orme. Più avanti, individuato l’argine giusto proseguiamo il rettilineo.
Prima curva: svoltiamo sull’argine di un altro canale di bonifica, un rettilineo che si protrae per decine e decine di chilometri, mentre il sole ci ricorda che in agosto è meglio starsene all’ombra, che qui non c’è.
I cavalli camminano per inerzia, mentre il solleone ci rende l’acqua imbevibile, le verdi coltivazioni hanno lasciato il posto a immensi campi di strame che emanano vampe di calore.
Seconda curva: Foiano della Chiana. Cerchiamo il cimitero per far sosta dove l’acqua è certa e, con un po’ di fortuna si può trovare anche erba. Si, la fortuna c’è, troviamo anche fresca ombra, sostiamo qui, sono le undici e trenta, ci fermeremo fino alle diciassette. Soddisfatti dell’ottima sistemazione disselliamo i cavalli, li leghiamo in sicurezza e, senza immaginare la sciagura che ci attende, ci godiamo l’ultimo momento di serenità andando al vicino bar per uno spuntino.
Torniamo all’accampamento con le gambe molli, assaporando già la frescura sotto la quale vogliamo assopirci per smaltire un po’ del sonno arretrato.
Ma dei nostri tre cavalli non rimangono che i brandelli della capezza di Erasmo che penzola da un ramo. I CAVALLI SONO FUGGITI .
Decidiamo di non fare il pisolino.
Corriamo all’impazzata in tre diverse direzioni, l’angoscia ci assale, tutti sappiamo cosa possono provocare tre cavalli di cui due stalloni che galoppano sull’asfalto (scopriremo poi che correvano sulla via Cassia, trascinandosi un albero di circa due metri alla lunghina).
Dopo la nostra estenuante ricerca ci dicono che sono stati fermati, ormai stanchi, a cinque chilometri di distanza sulla micidiale Strada Provinciale, ci facciamo trasportare sul posto immaginando abbiano provocato chissà quali danni in giro e chissà quali ferite riportate, finalmente li intravediamo, sangue e danni non se ne vedono, li tocchiamo, sono stremati, ma integri, solo qualche morso, ci sottoponiamo ai dovuti accertamenti della gentile Polizia di Foiano, prontamente accorsa.
Mesti e rasserenati smaltiamo sonnolenza e adrenalina ripercorrendo a pelo e a piedi i cinque chilometri per tornare al cimitero.
Tutto termina nella cappella in cui Davide, in preda a una crisi mistica, ha offerto tre ceri alla Madonna, molto grossi e pagati con la cassa comune.
La tappa, che doveva essere di 35/40 chilometri è così risultata di 45/50 chilometri.
Facciamo amicizia con i nativi, il custode del cimitero mi offre una birra e ci invita a ripartire alle diciassette e trenta precise: tra un funerale e l’altro!!! Non è di gran auspicio, ma obbediamo.
Abituati a percorsi silvestri siamo costretti ora a percorrere l’ultimo tratto di questa memorabile tappa sulla via Cassia di cui l’ultimo interminabile tratto ci hanno detto, in auto si fa in cinque minuti (beati gli automobilisti!).
Giungiamo al Podere centro ippico Bonifazio di Sinalunga alle ore ventuno, dopo quindici ore di cavallo di cui due di sosta e tre di patema. Dopo le coccole di Davide a Charlie, rapida e ottima sistemazione cavalli. Da “Forcillo” a Sinalunga ottima cena con assopimento sul piatto, doccia e sprofondamento nei letti. Del Tirreno ancora, neanche l’ombra.
GIOVEDI’9 AGOSTO – 6° TAPPA DI SOSTA A PODERE CENTRO IPPICO BONIFAZIO, SINALUNGA (SI)
Stamattina sveglia alle ore nove, giornata di riposo nell’ottimo centro ippico diretto da Alberto, persona squisita e di grande disponibilità che dirige questa scuderia di cavalli da salto ostacoli.
Il palafreniere indiano Sandy, sempre prodigo con i nostri cavalli ci conferma che dopo il concorso ippico tutti i cavalli rientrano riportando danni di varia entità agli arti, prontamente sottoposti a potenti cure dal veterinario onnipresente.
Disgraziatamente solo ieri mi sono accorto che il mio Erasmo soffre di punte ai denti, così approfittando di questa giornata di pausa e del veterinario disponibile ho chiesto di farle togliere.
Purtroppo al mio grande e generoso amico anziché una meritata giornata di riposo ho dovuto far patire una giornata di anestesia che certo avrei preferito subire io.
Per noi giornata di bucato e di tutto riposo con indigeni cordiali e disponibili che ci hanno fatto dono di vino, melone e pomodori, sicché si è deciso di acquistare qualche bistecca dato che disponiamo anche di una Panda Rossa, ceneremo qui, al centro ippico,.
Mentre Davide mi confeziona una pregevole capezza di corda in sostituzione della mia, ridotta ieri a brandelli, Sauro, sempre molto premuroso, si occupa del barbecue che all’inizio non si vuole accendere, poi col mutare del vento rischia di incendiare tutto il centro ippico, fiamme e lapilli volano ovunque, dall’India i primi soccorsi, Sandy accorre con l’innaffiatoio, la madre di Alberto lancia raccomandazioni, il vento aumenta, il barbecue ora sembra un fuoco d’artificio mentre io e Sauro lo spostiamo da un muro all’altro, poi finalmente riusciamo a domare le fiamme con un coperchio.
Dopo la fuga dei cavalli a Foiano, sarebbe stato imbarazzante giustificare anche l’incendio del centro ippico.
Alla fine la carne si è cotta (solo da una parte), e il fuoco spento. Erasmo in serata si è ripreso sensibilmente, solita doccia col tubo dell’acqua in scuderia pernottamento sul prato antistante. Prima di dormire sono stato sorpreso da due stelle cadenti.
VENERDI’ 10 AGOSTO – 7° TAPPA: C.I. BONIFAZIO SINALUNGA (SI) – PIEVE A SALTI di BUONCONVENTO (SI)
p.05,20 – a.17,00 - h.2 di sosta – h.10,20 di viaggio
Oggi Sauro festeggia il compleanno, Erasmo è tornato in forma smagliante… come un diciottenne,
dopo le solite coccole a Charlie partiamo alle cinque e quaranta, sul far del giorno, piacevole e ameno percorso mattutino, sempre costellato di incantevoli panorami, cipressi e un po’ d’asfalto, poi tanto sterrato, boschi, polvere e crepacci, calanchi, colline, borghi e casolari abbandonati, un crudo ed altrettanto affascinante scenario che, vissuto a cavallo vale il doppio: Le Crete Senesi.
Sono già sette giorni che viviamo in simbiosi col nostro cavallo, provando sensazioni ed emozioni che solo i lunghi viaggi inducono, oggi, dopo il giorno di meritato riposo, siamo aitanti e finalmente privi di stanchezza.
Finalmente il nostro Walker Texas Ranger Sauro dallo sguardo truce, oggi ha un moto di brio durante un divertente episodio che Davide ci offre a Montisi quando, abbeverando i cavalli alla fontana nella piazza del bellissimo paesino, Charlie si aggancia con la briglia al rubinetto; istantaneo lo strattone che ha divelto e scagliato il rubinetto addosso a Davide, procurandogli un bellissimo occhio nero, prontamente immortalato.
Nel tripudio generale degli astanti il fuggi fuggi è totale, dalla fontana esce un potente getto d’acqua che allaga tutto, formando un rigagnolo che si espande per tutto il paese, mentre Davide ancora non riesce a capacitarsi dell’accaduto.
Chi accorre con attrezzi da idraulico, chi con tenaglie, due pie donne giungono recando ghiaccio per l’occhio del nostro povero amico, ormai preda della metamorfosi. Peccato non arrivino i pompieri, la festa sarebbe completa. Ripartiamo col nostro amico deforme che si cura l’occhio con la pomata da cavallo per le fiaccature.
Oltrepassiamo tanti monti, ma tanti sono quelli che ci attendono all’orizzonte, in questo viaggio a ricorrere il sole che tramonta.
Sosta pranzo di un paio d’ore nel parco di S. Giovanni d’Asso, altro bel paese sulla sommità di un colle, partenza alle quindici e venti per la meta giornaliera: il maneggio di Pieve a Salti di Buonconvento, raggiunto verso le diciassette. Tanti bei cavalli e tanti gruppi di turisti stranieri in sella, la mascotte: una maialina tailandese vagante per il maneggio.
Lo sfarzoso agriturismo in cui dovremmo cenare, in occasione della notte di S. Lorenzo ha organizzato una cena di gala a bordo piscina con musica dal vivo, i posti sono esauriti, ma ancora una volta l’ospitalità toscana ci viene incontro e veniamo imbucati alla elegante serata; fra i signori in camicia e le signore in abito lungo noi abbiamo risaltato in … corto, infradito e maglietta ancora con peli di cavallo, dato che non abbiamo potuto lavarci né cambiarci.
Fra eleganti e facoltosi commensali abbiamo fatto, comunque, la nostra figura.
Un gentile cameriere ci ha riportati al maneggio dove le stelle ci attendevano.
SABATO 11 AGOSTO 8° TAPPA: PIEVE A SALTI (SI) - FATTORIE CASA BIANCA,MONTEPESCINI DI MURLO (SI)
p.06,20 - a.12,30 - h.1 di sosta - h.5,10 di viaggio
Riprende la dura sveglia mattutina, detesto vedere l'alba, ma non appena siamo in sella difficoltà e stanchezza svaniscono d'incanto
Dopo l'episodio del rubinetto di Montisi mi sembra che le coccole a Charlie siano diminuite, l'occhio di Davide è in continua mutazione.
Sempre di più accresce la sintonia con i nostri cavalli, i quali reggono il viaggio egregiamente nonostante i duecentocinquanta chilometri percorsi fin'ora.
Anche oggi tutto fila liscio, piacevoli percorsi di collina, cipressi, boschi e panorami in continua successione, purtroppo la torrida calura non ci consente di apprezzare queste zone come meritano.
A Buonconvento ci separiamo, io e Davide andiamo a rifornirci di provviste poiché potremmo non trovare più negozi, o potremmo trovarli chiusi domani, che è domenica.
Sauro si reca in una vicina scuderia, ricavata da un vecchio casale, per chiedere delucidazioni sul percorso odierno, qualche problema con le cartine, ma sempre di poco conto; la nostra guida e il suo braccio destro si prodigano con ardore per portare a termine la missione.
Intanto Davide si è accorto di aver lasciato il cappello nella scuderia della notte scorsa, una telefonata e la spasmodica ricerca prende il via, un'altra telefonata ci comunica che il cappello non s'è trovato. Davide è preso dallo sconforto mentre ripercorre i bei momenti trascorsi col suo cappello in testa che ricorda con rimpianto. Lo ritrova poco dopo sulla panchina su cui l'aveva lasciato.
Ripartiamo. Più tardi veniamo affiancati da una coppia di cavalieri che ci accompagnano, costringendoci alla loro ridotta andatura, dopo un po' cambiano direzione e ci separiamo: oh, era ora!
Giungiamo al maneggio di Fattoria Casa Bianca di Montepescini, Murlo (SI), un complesso di casali , mandrie, vigneti, olivi ecc. sparsi su una superficie di seicentocinquantaquattro ettari (ci ha spiegato Cinzia, nostra commensale a cena).
Ci accoglie Giorgio, un vecchio ed eccentrico buttero, claudicante e barbuto che ci mette subito a nostro agio offrendoci ospitalità e birra, con lui Serena, sua giovane aiutante, Alessio e due enormi cani neri che pare abbiano ucciso un cinghiale e un lupo, il cui cranio è lì, in bella vista; pomeriggio di riposo, doccia nel lavaggio cavalli, piacevole cena nella piccola scuderia con pizza acquistata in paese e offerta a tutto lo staff. Notte in cima alla catasta del fieno.
DOMENICA 12 AGOSTO – 9° TAPPA: MONTEPESCINI DI MURLO (SI) - TERZO DI ROCCASTRADA (GR)
p.05,40 – a.18,00 - h.4 di sosta – h.9,40 di viaggio
Il nostro viaggio verso ovest continua in allegria e sonno arretrato, anche oggi il sole si è levato dopo di noi, beato lui, Davide ha un occhio con delle striature di un bel viola, continua a medicarsi con la pomata dei cavalli, l’impassibile Sauro con un panino percorre più di venti chilometri, a noi per fare un chilometro ci vogliono più di venti panini, in pratica non mangia e non dorme, riusciremo a restituirlo alla sua Patrizia? I cavalli sono bene in forma e mantengono il passo sostenuto.
Ci manteniamo sui settecento/novecento metri di altitudine, ancora qualche saliscendi e inizierà la calata verso la pianura e l’agognato mare che oggi, per la prima volta abbiamo intravisto in un microscopico angolino all’orizzonte.
Breve sosta al bar della piazza di Casale Pari, i cavalli legati alle ringhiere sono immediatamente piombati nel sonno, per riattivarsi completamente alla partenza.
Arrivo alle 10,40 al centro del Corpo Forestale dello Stato di Belagaio dove il custode, Marco Bartaletti, ci ha proposto, su suggerimento di Davide di accoglierci a casa sua a Roccastrada.
Decisa così la meta della tappa di oggi, ci prendiamo una sosta in questo allevamento dove nascono i cavalli maremmani in forza alla Guardia Forestale.
La sosta porta consiglio così, cartine alla mano, cavalli provati dalla fatica e dall’imprevisto caldo e giornate che scorrono inesorabili, decidiamo di cambiare la meta finale e puntare a Castiglione della Pescaia percorrendo così la pianura ed evitando di attraversare i monti che ci separano da Follonica, il nostro obiettivo iniziale.
Soddisfatti per la scelta, alle ore quindici ripartiamo attraversando una spettacolare lecceta secolare e boschi di querce ad alto fusto. Continuando la discesa siamo entrati in una tipica macchia mediterranea composta di tanti impenetrabili arbusti, fra cui corbezzolo, erica scoparia e sughere, a molte delle quali è stata tolta la corteccia, il sughero appunto, che ricrescerà nel giro di qualche anno.
Una formidabile birra ci aspetta al bar di Roccastrada, mentre i cavalli ripiombano istantaneamente nell’oblio. L’arrivo di lì a poco a Terzo, nel campo dove dovrà sorgere il cento ippico di Marco; nell’attesa ci accampiamo fra le pungenti stoppie riarse.
I cavalli legati accanto a noi con ottimo fieno, pastone e acqua, all’intorno un panorama strabiliante: le colline che digradano verso la pianura e, all’orizzonte, l’ambito mare che raggiungeremo fra una quarantina di chilometri.
Doccia col solito tubo d’acqua, il tappeto di strame, gli spini che ci carezzano i piedi.
Si va a cena con Marco e suo padre Ottorino, ma prima il babbo vuol farci provare l’ebbrezza della sua antica Jeep militare col pretesto di mostrarci il sentiero di domani: divertente, a bordo con noi anche il nipotino: si chiama Lupo (!?!). Cena in trattoria, spaghetti alle vongole. Erano sgusciate. A noi hanno portato i gusci. Non scherzo!
Notte sotto le stelle a smaltir, l’almeno ottimo vino.
LUNEDI' 13 AGOSTO 10° TAPPA: ROCCASTRADA (GR) RIST. LA STALLA,POD. MONTARONE DI BRACCAGNI (GR)
p.06,40 - a.12,15 - h.5,30 di viaggio
Alle sei sveglia con caffè, che Marco gentilmente ci ha portato nel campo, con quel che abbiamo speso per la cena poteva portarci anche tre biscotti.
Per lavarci abbiamo a disposizione solo la vasca dove bevono i cavalli, decidiamo di non lavarci. Sporchi e affamati ci dirigiamo a Braccagni dove dovremo cercare un luogo per trascorrere la prossima notte.
Il piacevole sentiero declina verso la pianura che si protende davanti a noi, termina sull'unica strada dritta,asfaltata e abbastanza ombreggiata che siamo costretti a percorrere, traffico quasi nullo, ai lati tante sughere decorticate le cui larghe cortecce accatastate sono pronte per essere caricate.
Le ore passano, il desiderio di un bar (con bagno) ci tormenta, senza colazione il monotono rettilineo immerso in questa arida Maremma pare senza fine.
Verso le dieci la prima casa, un' allevamento di maiali, faccio così conoscenza con la "cinta senese", il prelibato suino di cui la zona si pregia.
Il cancello è aperto, approfittiamo per abbeverare i cavalli, nonostante i nostri richiami, non vediamo nessuno, solo prima di andarcene è sbucato un signore irritato perché abbiamo preso l'acqua, il primo scortese incontrato, sicuramente una reazione involontaria di chi viene preso in contro piede.
Verso le undici un bar con bagno: ne abbiamo proprio bisogno.
Giunti a Braccagni, piccolo centro agricolo, cerchiamo un luogo per trascorrere la notte, un grazioso casale, ricoperto di rampicanti, cattura la nostra attenzione, vi è annesso un ristorante il cui nome ci sembra di buon auspicio: La Stalla.
L'accoglienza delle due famiglie è calorosa, Paolo e il fratello Eliseo, con le rispettive donne e un pargolo ciascuno accolgono con entusiasmo i nostri cavalli offrendo loro il prato del ristorante dove i cavalli si rilassano brucando, Paolo si prodiga per il fieno e, con Davide, lo acquistano da un vicino.
E' da poco passato mezzogiorno, i nostri magnifici ospiti insistono per invitarci nella loro piccola e graziosa casa adiacente al ristorante del fratello per offrirci il pranzo; nonostante la precedente sosta al bar la fame supera ogni decenza. Primo, secondo, frutta, ottima la panzanella.
Proprio mentre siamo a tavola la bella e giovane donna di Paolo deve allattare Pietro, dandoci l'opportunità di contemplare con attenzione l'equipaggiamento durante le vari fasi dell' operazione; dopo dieci giorni vissuti fra boschi e cavalli ci siamo ricordati che c'è anche altro.
Dopo un vano tentativo di temporale, piacevole pomeriggio su prato, ottima cena nel ristorante all'aperto, gradevole riposo notturno sull' erba. Per domattina Eliseo ci ha permesso l'uso del bagno e bar per la colazione.
MARTEDI' 14 AGOSTO - 11° TAPPA: BRACCAGNI (GR) - CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GR)
p.05,55- a.12,00 - h.6 di viaggio
Ma quale gradevole riposo sull'erba, quello su cui abbiamo dormito non era un prato, ma uno stagno! Per fortuna la sveglia è alle quattro e trenta, altrimenti avremmo rischiato di annegare, un umidità mai vista, sacco a pelo bagnato, indossati panni umidi, selle bagnate, scarponi bagnati, ci sentiamo delle rane.
Partiamo per l'ultima tappa verso le sei, all'insaputa del sole che quando serve non c'è mai.
Costeggiamo il torrente Bruna, dall'alto argine sterrato dominiamo la pianura che ci circonda, un tempo palude poi bonificata.
Più avanti, proprio di fronte al mare, una zona chiamata La Padula è rimasta come in origine, ricca di stagni e acquitrini, un'area umida ideale per la riproduzione e la vita dei tanti uccelli acquatici di moltissime specie che abitano questa parte di Maremma e che incontriamo lungo questo rettilineo di oltre venti chilometri che ci separa dal tanto anelato mar Tirreno.
I cavalli in perfetta forma sembrano gradire questo monotono tragitto, ricco di erba fresca e canne, dopo l' aridità dei giorni scorsi anche per noi è un piacere vederli brucare camminando, dopo tanta strada qualche vizietto si può loro concedere.
Più avanti notiamo numerose imbarcazioni ormeggiate nel canale, il mare dev' essere nei paraggi.
Eccoci sull'asfalto, l'intenso traffico è quello delle località turistiche, la parte antica di Castigliane la vediamo arroccata a nord, ci dirigiamo dalla parte opposta, verso i suggestivi vialetti della folta pineta, le dune e la spiaggia ci attendono, a compimento di questa intrepida impresa seguiamo il richiamo del mare.
Sappiamo che è vietato portare animali in spiaggia, figurarsi a cavallo a Ferragosto!
Puntiamo sull'effetto sorpresa e avanziamo, incuranti del bagnino …che per fortuna qui non c'è,
Il mare è molto mosso, le onde si frangono contro il possente Erasmo che avanza temerario, la violenza dei flutti a tratti ci sommerge, sento le froge sbuffare quando le ondate gli tolgono il respiro, mai soprannome è stato più appropriato come quello di cui si fregia il mio destriero: Orgasmo.
Certo non posso esimermi dal tuffarmi in questi abissi e assaggiare il sapore di sale sapore di mare, così in piedi sulla sella, vestito di tutto punto, occhiali compresi, mi esibisco in un paio di tonfi in acqua incurante delle bisacce ormai sommerse, inondando abiti, attrezzatura, questo diario, e il nostro pranzo, panini con finocchiona e capocollo.
Usciamo grondanti, incuranti dei bagnanti assiepati sulla battigia venuti a immortalare l'evento, ci dirigiamo al Circolo Ippico La Bandita di Castiglione non prima però di veder ruzzolare Red Boy sul bianco arenile, è talmente soddisfatto che Sauro si lascia sbalzare di sella senza reagire per concedere al suo magnifico cavallo questo piccolo piacere.
Eccoci al centro ippico La Bandita, dopo undici giorni e tante ore di cavallo la nostra avventura giunge al termine.
Un encomio al lavoro di Sauro e Davide per aver trovato la migliore accoglienza per i cavalli e per l'ottima scelta dei percorsi.
Al circolo Ippico trascorro il pomeriggio a vuotare le bisacce e stendere al sole tutto il contenuto, compreso i panini con finocchiona e capocollo di cinta senese.
Nel frattempo arrivano i rinforzi da Urbania, gli amici Fulvio, Lisa, Jenny, Ennio che ci portano autocarro e trailer per poter caricare i cavalli per il rientro; abbracci e baci a profusione e pranzo conviviale nella club house de La Bandita insieme al simpatico Luca
Pomeriggio di riposo e mare, i cavalli nei box, preparativi per il rientro, cena al ristorante di Luca in compagnia di Marta, splendida amazzone laureanda, pernottamento al Centro Ippico..
MERCOLEDI' 15 AGOSTO - GIORNO DI RIENTRO
Dopo la notte trascorsa in sacco a pelo a La Bandita carichiamo i cavalli e partiamo con i mezzi alla volta di Fermignano, raggiunto dopo sette ore, pranzo ferragostano lungo il percorso. Io e Erasmo ripartiamo per Coriano, guido io. A Cattolica il motore si rompe, a stento riesco a uscire dall'autostrada, ma giunto al cimitero di Misano il mio povero Fiat 50 del 1985 tira le cuoia. Sbiellato (ho saputo poi). Così faccio scendere Erasmo, con un po' di imbarazzo, gli chiedo se può portarmi a casa, sembra capirmi e mi sento ancor più a disagio; senza bagaglio arriviamo dopo circa due ore, una bella galoppata di cui avrei fatto volentieri a meno.
Buon Ferragosto a tutti!
Francesco Togni